Postazione per la Pace in piazza a Porto sant’Elpidio – Progetto realizzato con comitato Nativa
Evento del 23 Novembre 2024
La Pace prima di tutto – come recita giustamente la nostra costituzione: “NO ALLA GUERRA come mezzo di risoluzione dei conflitti!”
Per l’occasione la nostra presidente ha anche tenuto un discorso che è stato molto apprezzato da chi era presente nella piazza
Lo riproponiamo per intero qui sotto!
Cari concittadini,
in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che si celebra il 25 Novembre, noi di Libertas Vitae vogliamo intervenire con un discorso profondo e trasmettere i nostri messaggi con attenta riflessione per la non Violenza.
Nell’ultimo anno si sono registrati 96 omicidi e gran parte di essi si sono consumati in casa, un luogo che dovrebbe essere sicuro è diventato paradossalmente pericoloso.
Vogliamo far riflettere e condividere dei pensieri e azioni contro la violenza sulle donne e dare un messaggio di unità affinchè sia più efficace portare avanti politiche di contrasto e, invito tutte le donne presenti, le forze politiche e le istituzioni ad essere sempre più uniti su queste azioni.
Il nostro territorio è ricco di reti e di associazioni dove le istituzioni si sono posti questo tema per assicurare un lavoro sull’indispensabile battaglia contro la violenza sulle donne, ma ciò non basta perché gli omicidi continuano ed è quindi necessario favorire un cambiamento culturale.
Mi piacerebbe non leggere più la parola raptus oppure se l’è andata a cercare accanto alla notizia di una violenza o dell’assassinio di una donna.
E non mi riferisco solo ai media, ma anche ai nostri dialoghi a quello di cui parliamo ormai quotidianamente. Dobbiamo capire che la parola raptus e la frase “Se l’è andata a cercare”, sono due espressioni che fanno danno e aggiungono violenza a violenza.
E’ importante riflettere sul fatto che dobbiamo riflettere per cancellare l’immagine del malato o del mostro e comprendere che quello che accade è il frutto di una cultura del potere degli uomini sulle donne o meglio del potere maschile, dove per maschile intendo una concezione del potere come dominio e violenza.
Non è il singolo uomo che è malato, è una patologia sociale che riguarda l’idea della pratica maschile nella nostra cultura.
E’ questo un bel problema e non ce la caviamo con il ricorso al raptus o al mostro, affermazione tra l’altro maschilista, è l’idea del potere e del dominio che dobbiamo sconfiggere è quell’idea del: “ Io posso dominarti perché tu senza di me non sei nessuno e soprattutto io senza questo potere non sono nessuno”
Non a caso da settimane leggiamo sui giornali di cronaca racconti che ci riportano a questa realtà. L’uomo uccide la donna che vuole porre fine alla relazione che ha espresso delle critiche rispetto alle dinamiche di coppia, che lo ha tradito, che lo ha rifiutato, che entra spesso in conflitto e la situazione è diventata insostenibile e così via.
Le categorie sfociano facilmente l’una nell’altra e riportano alla disparità di genere ereditate dagli stereotipi del maschile e del femminile.
Tutte queste relazioni vedono alla base il mancato riconoscimento e i rispetto della parità all’interno del binomio “Uomo-donna” ragione per cui la ratio del delitto è unica…
La donna che prende le distanze dal modello comportamentale imposto e che sfugge al controllo della controparte maschile, merita di morire, costruire, con le relazioni umane e con la capacità che abbiamo nella nostra attività quotidiana di cambiare le carte della cultura che ancora ci pervade.
Lo dobbiamo e possiamo fare con coraggio e nel quotidiano aprendo le scuole ancora di più al tema dell’educazione, alle differenze di genere, alla relazione sentimentale come materia; Ma lo dobbiamo fare in modo onesto, senza fingere, senza farci ingannare. Un discorso onesto sulle differenze tra gli uomini e le donne non è più rinviabile.
Dobbiamo scegliere, e sarà una lotta dura, tra potere e come capacità come poter fare e il potere come violenza e dominio. Con questa scelta possiamo invertire la rotta con tenacia e pazienza. Pazienza Democratica.!
Non c’è soluzione semplice bisogna crescere la cultura e l’educazione perché ci piace dirlo, ma dobbiamo metterlo in pratica.
La non violenza richiede molta forza, perseveranza e passione, richiede una forza ancora più grande rispetto alla violenza. Ci vuole rispetto e dialogo. Ci riguarda tutti e riguarda prima di tutto gli uomini perché prendono parola e posizione contro il maschilismo.
Questo richiede una messa in discussione . Questo è un tema di fondo, l’importante è che in queste giornate noi veniamo qui sapendo che abbiamo lavorato e fatto dei passi in avanti e continueremo a farli con consapevolezza che in democrazia a problemi complicati si danno delle risposte senza rispondere alla violenza, ma scommettendo su una società civile.
Vorrei ringraziare anche la comunità islamica di essere qui con noi perché anche loro stanno al nostro fianco per una causa comune: “Salvare il mondo e la società tutti insieme per le generazioni future”
E tutti insieme siamo qui per testimoniare la nostra volontà al cambiamento per la pace e concludo:
-Siamo tutti uguali, con gli stessi diritti, siamo fratelli e sorelle in questo mondo unico ed è casa nostra;
-Siamo tutti liberi con gli stessi diritti di uguaglianza, fratellanza e libertà di vita.
-Insieme per la pace e per la non violenza
Lottare è un nostro dovere e fare un drastico cambiamento con volontà e azione per un futuro migliore, ma dobbiamo partire e agire da noi che siamo lo specchio delle generazioni future.
Costruire una società per cui i nostri figli e nipoti siano orgogliosi di noi.
Salvare le generazioni future per una vita migliore con il rispetto verso il prossimo dipende da noi.